La ricognizione delle ciclovie delle Alpi Orobie si avvia a conclusione: è la prima tappa verso la concretizzazione del progetto Orobikeando.

Decine e decine di chilometri, pedalando su e giù per la Valtellina, la Val Seriana e la Val Brembana, lungo piste ciclabili e itinerari ancora da disegnare, su asfalto e sterrato, in fondovalle e in quota… Il gruppo di professioniste e professionisti impegnati nella redazione del piano di fattibilità di Orobikeando è stato occupato in questa attività a partire dall’aprile del 2021 e continuerà fino all’inizio di agosto.

Solo le verifiche sul campo possono fornire tutte i dati per costruire una proposta di fruizione cicloturistica dei territori. In particolare, durante i sopralluoghi vengono rilevate informazioni che permettono di:
– valutare lo stato attuale delle infrastrutture per il cicloturismo e individuare gli interventi minimi necessari per migliorarle e renderle funzionali al progetto;
– valutare la fattibilità di nuovi tracciati individuati per il completamento della rete ciclabile, sia in sede propria, che su viabilità agro-silvo-pastorale (VASP), che su strade a basso traffico;
– individuare i tratti privi dei servizi utili per i cicloturisti.

Per quanto riguarda i percorsi  esistenti, le informazioni raccolte includono eventuali problemi del sedime (il piano su cui scorre la ciclabile), gli attraversamenti, la continuità degli itinerari, ma anche la presenza o l’assenza di servizi. Nel caso di nuovi itinerari non esistenti, viene tracciato il percorso proprio raccogliendo tutte le informazioni necessarie per lo studio di fattibilità: tipo di viabilità (strada secondaria, VASP ecc), stato del sedime, presenza di ostacoli, punti per il rifornimento d’acqua, luoghi di interesse, presenza di stakeholder…

Un lavoro lungo, sempre affascinante, a volte faticoso. Ma indispensabile. Perché il progetto Orobikeando, prima che sulla carta, nasce in sella.