Il progetto Orobikeando ci porta tra vino e mais, calici e pannocchie… Il nuovo itinerario ciclo-eno-gastronomico tra i prodotti del territorio prevede molte soste. Tutte deliziose.

Potevamo immaginare un itinerario gourmet tra i Colli di Bergamo e la Val Seriana senza passare per la polenta, e quindi per il mais? La coltivazione del mais è intrecciata alla storia di queste terre, sin dal XVII secolo: il borgo di Gandino è stato il primo luogo in Lombardia a coltivare il cereale proveniente dalle Americhe, qui fu cucinata la prima polenta gialla. Il“mais spinato” di Gandino è una antica cultivar, salvaguardata per le sue caratteristiche nutritive e la sua importanza. Non solo storica. La biodiversità dei cereali è un vero tesoro, conservato in un’arca di Noè contemporanea: lo Svalbard Global Seed Vault.

In questa fortezza sotterranea in Norvegia si trovano anche i semi di Mais Rostrato Rosso di Rovetta: una particolare varietà coltivata sull’altopiano ai piedi del massiccio della Presolana. Il mais rosso si distingue, oltre che per il colore e per i chicchi a punta a cui deve il nome, per la granella vitrea o semi-vitrea: una caratteristica in comune col “cugino” gandinese, che contraddistingue i cereali più adatti a produrre la farina da polenta.

Meglio se macinata a pietra, per schiacciare anche il “germe” del chicco ricco di sostanze nutritive. Così si faceva nei tanti mulini ad acqua di Cerete: qui l’antica tradizione è tenuta viva da moderni mugnai eco sostenibili, ed è stato inaugurato il MaCer (Museo dei mulini, della macinazione e dei cereali). Questo non vuol dire che per raggiungere queste zone sia necessario salire sul trattore.

La ciclabile della Val Seriana è una pista di 59 km che parte dal centro di Bergamo e sale fino a Valbondione, circa 900 metri di altitudine: ma la maggior parte del tracciato è quasi pianeggiante, parallelo al fiume Serio e adatto anche a un cicloturismo slow e familiare. All’altezza di Clusone, la ciclabile si connette al percorso che arriva fino a Castione della Presolana , passando per i comuni di Rovetta, Songavazzo e Onore. Per pianificare il ciclotour, oltre alle mappe e all’orografia può essere d’aiuto un elenco dei locali di cucina tipica in cui gustare la polenta di cui sopra, accompagnata dalle altre specialità del territorio e abbinata al vino giusto. Come quello delle colline intorno a Bergamo.

La viticultura nella città orobica ha una storia antica, che negli ultimi anni ha intrapreso con decisione la strada della qualità. Il Consorzio Tutela Valcalepio tutela e promuove il “vino dei bergamaschi” per antonomasia. Valcalepio è la prima DOC del territorio, che include il rosso (Cabernet Sauvignon e Merlot affinati in rovere), il bianco (Pinot Bianco, Pinot Grigio e Chardonnay) e anche il Moscato Passito, il vitigno autoctono Moscato di Scanzo vinificato in purezza.

L’altra denominazione Terre del Colleoni DOC punta proprio sui monovitigni della tradizione bergamasca: Manzoni, Schiava, Marzemino, Incrocio Terzi e altri ancora… In totale arriviamo a 14 tipologie, tra bianchi, rossi, rosati, fermi e frizzanti. Solo in un ciclo-tour virtuale come questo possiamo immaginare di assaggiarli tutti e metterci in sella!

Per andare “fuori strada” nella realtà, possiamo scegliere il tour in bici della Valcalepio, un percorso ad anello da mountain bike, con tratti sterrati, vista panoramica su vigneti e borghi. Ma soprattutto con partenza e arrivo in una stazione dei treni: finito il giro, si può tornare comodamente in città. E concedersi finalmente un meritato brindisi… Cin cin: al prossimo itinerario!